Una folla oceanica di decine di migliaia di persone si è radunata a Minsk per la “marcia per la libertà”, secondo quanto si vede in filmati diffusi sui social. Molti manifestanti anti Lukashenko sventolano la bandiera bielorussa bianca e rossa dell’era pre sovietica, diventata un simbolo della protesta, mentre passano cortei di auto che suonano i clacson e la gente urla “dimettiti”. La protesta di massa “eclissa” il raduno pro Lukashenko di questa mattina, titola la Bbc. Secondo il Guardian si tratta della maggiore manifestazione di protesta nella storia del paese. Fra la folla riunita in un grande spiazzo vicino ad un monumento della seconda guerra mondiale, c’è anche Maria Kolesnikova, una delle tre donne alla testa dell’opposizione, che ha esortato la gente “a combattere la paura”.
Intanto Mosca ha detto di essere pronta a fornire “assistenza di sicurezza” alla Bielorussia. E’ quanto si legge in un comunicato del Cremlino, dopo che il presidente russo Vladimir Putin e l’omologo Alexander Lukashenko si sono sentiti al telefono per la seconda volta questo weekend.
Mosca è pronta a fornire “ogni assistenza necessaria” per risolvere i problemi di sicurezza della Bielorussia, in seguito alle contestate elezioni di domenica scorsa e alle “pressioni esterne” sulla Bielorussia”, spiega il comunicato, confermando quanto dichiarato da Lukashenko dopo la prima telefonata. Secondo il Cremlino, la Russia agirà nel rispetto dei principi del trattato dell’Unione statale fra i due paesi e del trattato dell’organizzazione di sicurezza collettiva.
Lulashenko, dal canto suo, esorta i bielorussi a serrare le fila per “difendere” il Paese, di fonte al “fragore” della Nato, che si trova “alle porte” e ha dispiegato “tank e aerei a 15 minuti dalla frontiera”. “Cari amici, non vi ho convocato per difendermi. E’ anche per questo. Ma, per la prima volta in un quarto di secolo, siete venuti per difendere la vostra nazione, le vostre famiglie, le vostre sorelle e spose”, ha detto l’autoritario presidente bielorusso, parlando a Minsk alla manifestazione organizzata in suo favore dall’organizzazione ufficiale Bielaya Rus.
Le truppe della Nato sono “alle nostre porte”, vi sono “tank e aerei dispiegati a 15 minuti dalla frontiera”, ha detto Lukashenko, accusando l’Alleanza atlantica di aver “aumentato le capacità belliche alle nostre frontiere occidentali”. Il presidente bielorusso ha poi denunciato tentativi di trasformare il suo paese in un bastione contro la Russia. “Non saremo il letamaio d’Europa, una barriera sanitaria”, ha dichiarato. La fine del suo governo, ha sostenuto, sarebbe “il principio della fine”. (AdnKronos)